martedì 28 giugno 2016

Ernest Henry Shackleton

"Tuttavia, assicurai la fune che teneva la barca, ed in pochi minuti eravamo tutti in salvo sulla spiaggia, con la barca che galleggiava nell'acqua agitata a pochi metri da riva. Abbiamo sentito uno scroscio che era musica per le nostre orecchie e, guardato intorno abbiamo scorto un piccolo ruscello d'acqua dolce quasi ai nostri piedi. Un istante dopo eravamo in ginocchio che bevevamo acqua pura, acqua gelata a grandi sorsi che infondeva nuova vita dentro di noi. Fu un momento splendido."
 -- Henry Shackleton, dopo aver toccato le terre della Giorgia del sud. 

 É incredibile l'avventura di Shackleton nella missione Endurance, dall'isola dell'Elefante alla Giorgia del sud con un sestante, una bussola e le tabelle nautiche. Nelle missioni NASA Apollo si é rischiato di meno, eppure non un solo uomo del suo equipaggio morí in quella missione. Shackleton riuscì a portarli tutti a casa.

 "Datemi Scott a capo di una spedizione scientifica, Amundsen per un raid rapido ed efficace, ma se siete nelle avversità e non intravedete via d’uscita inginocchiatevi e pregate Dio che vi mandi Shackleton”.
 -- Raymond Priestley, geologo, geografo ed esploratore britannico, presidente della Royal Geographical Society.

 Ernest Shackleton è, ancora oggi, l’emblema dell’uomo capace di portare a termine l’impossibile. Non può essere altrimenti. Shackleton, peccato per la morte a causa di un l'infarto, hai avuto una vita che é meglio di un romanzo di Wilbur Smith. Sei un mito.

venerdì 24 giugno 2016

Alabama Monroe

Uno dei pochissimi film che vale la pena tenere nella propria biblioteca.
L'America come non si è mai vista, più America che mai.

mercoledì 22 giugno 2016

Da Pechino a Londra

Se non puoi farci nulla é inutile preoccuparsi; se puoi farci qualcosa é inutile preoccuparsi.
Come dicono gli inglesi:  Keep Calm and Carry on.

Ernest Shackleton, non ci sono opzioni.
Prima le cose ad alta priorità, poi il resto.


lunedì 20 giugno 2016

sabato 18 giugno 2016

Dio nello specchio.

Due semplici query scritte in equilibrio su di una corda, spazzata dal vento, infestata dalla pioggia.
Due poemi popolari scritti  di notte nella tempesta, messi in prosa, voluti in rima, rifatti da capo.
Una corsa ad ostacoli, fatta su un percorso non dichiarato, che a nuotare nel catrame si riesce ad essere piu' agili.
Due semplici query scritte quasi con il sangue e brutte, brutte come la guerra di trincea, sporche e luride.
Roba italiana, come la Salerno Reggio Calabria, promesse insostenibili, morti lente, morti male, mortacci loro.
Errori misteriosi di paradigmi inesplorati, funzioni non documentate, errori inutili, errori incompresi.
Due semplici query, semplici come la visione di un ipercubo, ed a sinistra uno che corre libero sui prati del supporto, 
che non sapra' mai quante volte ha rischiato la vita nel mettere sale sulle piaghe, come chi ti chiede gli sh.
Due semplici query sofferte, uscite fuori come alien, che una giovine, cresciuta in colleggio di suore, messa in cella con 30 detenuti sottoposti a 6 mesi di film porno, 
soffriva di meno. 
E nemmeno si puo' dire conclusa la storia.
Roba che quando ti guardi allo specchio vedi Dio.

lunedì 13 giugno 2016

Salto in lungo.

Non farò in tempo a presentare la fiaba, questo moncherino é fermo a pagina nove perché l’autore si é rifiutato di trascriverci dentro la merda che ha visto.
Ohibò volendo posso chiudere proprio in questo modo, posso scrivere che per rendere la fiaba adatta ai bambini ed essere fedele ai fatti per salvare chiusura spettacolare che rende questa fiaba unica, ho deciso di non completare la fiaba; ho lasciando al lettore delle pagine bianche affinché la continui a sua fantasia.
Forse dovrei continuarlo, metterci dentro questa merda, scrivere sulla copertina “Per adulti”.
Oppure ci do’ dentro di PVC e cancello il finale, una solita storia di plastica.

É curioso che abbia il finale e l’inizio. Anche come moncherino é decisamente unico.

É veramente un peccato se rimane una incompiuta, a furia di spremere gli appunti forse riesco a tirarci fuori qualcosa di utile. Non ora, tra l’incudine di hadoop ed il martello della dead line, devo assolutamente tirarmi fuori prima che sia troppo tardi per qualsiasi cosa.

Accidenti, sto saltando a piè pari anche questa presentazione! Porca vacca la mia bella fiaba.
Maggio e Giugno 2016 sono due mesi da dimenticare.
Tutto sommato però c’é da dire che la libertà di parola é salva.
Di questi tempi neanche questo é più certo.


sabato 11 giugno 2016

Le pere, il pepe.

Sapendo che il rapporto con il cibo é grosso modo pari a quello che uno ha con il sesso, durante la pausa pranzo é facile immaginare, intuire ed essere indiscreti.
C’é chi siede in modo composto, ben eretto, un atteggiamento distaccato dal proprio piatto; non pare neanche a pranzo, sembra seduta ad un tavolino a consumare un aperitivo.
Piatto salubre, quasi fosse una medicina. Bha, ogni tanto uno dovrebbe lasciarsi andare altrimenti non se la gode.
Ci sono anche quelli che fanno della pausa pranzo un rituale con tutti i crismi, tovaglia, porzioni abbonanti e sofisticate; insomma di quelli che se una notte ci danno dentro, non buttano via nulla e si godono tutto senza pensieri e non si risparmiano se il gioco vale la candela.
Un panino esagerato per chi sa godersi il momento  quando si presenta l’occasione; cioè se non si può non si puó, ma se si può perché non godersela ? Concordo.
Eh. E poi ci sono quelle che azzanno il petto di pollo senza neanche tagliarlo, anzi, non lo vogliono tagliare, preferiscono finirlo a morsi. Non devono neanche essere sedute, anche in piedi va bene, un morso di ricognizione per essere sicure che il condimento é corretto e poi si ritirano nella tana a finire la preda.
Wow.
Interessante.
La fantasia e l’immaginazione non riescono di fronte a certe cose, é la curiosità che vince. Sará che l’uomo discende dall’animale ma di certo non tutte le donne sono discese da qualunque cosa si suppone che debbano discendere.  "Fecondami gli ovociti!" potrebbe essere anche essere una buona idea per il biglietto di S.Valentino.
E poi c’é pure chi mette le pere nell’insalata insieme al pepe.
Non ci voglio pensare. 
  

sabato 4 giugno 2016

La membrana cellulare.

La membrana cellulare non basta.
Tutto quello con cui interagiamo l’assorbiamo.

Non basta neanche la memoria collettiva, quella che vorrebbe conservare lo storia delle delle cose a proprio comodo.
La libertà di parola é intoccabile e va difesa affinché rimanga tale. É più importante di tutto il resto. Non ci possono essere accuse oppure scuse. Se ad una mano togli un dito, le dita che rimangono sono quattro. Siamo nel 2016 non in 1984.

Mettere qualcuno in un frullatore perché un gruppo ristretto di deficienti “pensa”, é grave. Se una pezzo di plastica afferma che tutto quello che dirai sarà usato contro di te, é molto grave; se la cosa viene portata avanti in modo unidirezionale allora siamo sul bordo pericoloso di luoghi da cui le nostre radici hanno combattuto e perito per allontanarsi. 
Ma pensa a te, pezzo di plastica; tutto quello che dici sarà usato contro tutti noi, se già non lo é. Trova un altra strada, una che non ti fa vendere la nonna, semplice no? 

Ridicolizzare per sminuire la gravità degli eventi é ancora più grave, significa che sai quello che stai facendo. Ci sono cose che non devono dipendere dal contesto; sono valori assoluti come lo é la velocità della luce: vale sempre lo stesso.
E se il cane di Cenerentola vuole scendere in basso sulla scala evolutiva dicendo “Non é giusto… “ con un tono strafottente, lo faccia. Se vuole urinarci sopra, alzi pure la gamba.

Se la frulli ed io ci sto dentro non sto fermo.
L’ho fatto, lo faccio, continuerò a farlo, non fosse altro per onorare quella vaga forma di medaglia al valore che é il mio diploma di merito;  tanto tempo fa esisteva il servizio di leva.
Se ti fa ridere, ridici sopra, é un paese libero. 

Ridicoli ad ogni costo. Come quella signora di oltre sessanta anni che viene a dirmi sul treno: “Adesso ci senti?!”, bha signora… ad occhio o meglio ad orecchio, mi pare che ha sbagliato: persona, treno, stazione, orario e canzone.
Riprovi. Sarà piú fortunata.

Perseveranti come dei religiosi nelle processioni, quelle dove ti seguono parlando di cose indicibili che ben si incastrano ad alcuni fatti che conosci. Il tema dell’usato di seconda mano é stato il più casto. Ma che fai? Ma pensi di essere normale? Ti senti normale a fare ciò? 

Caustici fino all’inverosimile e tutti grandi esperti di vita come le badanti; sono molto dispiaciuto per le vostre esperienze, ma questa é cattiveria. Volete essere veramente uguali a quelli che odiate?

Esperti come quello che lo sa. Quello che mesi prima in treno si vantava delle sue prestazioni con una ragazza romena. Secondo me hai anche qualche anno in più di me, rigorosamente biologico peró, mentalmente sei fermo a quindici o meno. 
Sii allegro, non tutti i mali vengono per nuocere l’importante é sentirsi giovani.

Precoci come la ragazzina di non più di sedici anni che spinge la lingua contro la guancia per mimare una fellatio. La rampante Carlo Rambaldi del porno. Brava, brava… un giorno scoprirai perché si dice che gli uomini preferiscono le bionde ma poi sposano le brune. Non più di sedici anni. Che Dio abbia pietà di te, ma soprattutto di tua madre.

Ridicoli, deficienti e superdotati di problemi.
Sembrano Stevie Wonder si consola dicendo:”Sono cieco, ma per fortuna non sono nero”.
Eh allora…

La membrana cellulare non vi basta.
Si legge ogni singola parola che si guarda e prima ancora che stacchi gli occhi dal testo, é fatta.


Usamelo contro.