venerdì 22 maggio 2015

John Lennon Pub

Ogni tanto ripenso al Pub John Lennon. Era unico, come il personale nel suo interno.  Alla cassa, con aria soddisfatta per gli incassi, c'era baffetto. Quanti soldi gli ho dato!
Spesso facevi la fila perché era sempre pieno.
I frappe erano liofilizzati, le patatine fritte nello stesso olio di tutte le altre, gli alcoolici erano molto inglesi ed i toast costavano una fortuna come i sandwich.
La musica... Ah la musica! Suonavano un sottofondo piacevole, potevi parlare e conoscere meglio le persone. Caro il mio Frank Sinatra, ho imparato a conoscerti ed apprezzarti proprio in quel pub.

Chissà dove sarà Letizia e chissà se avrà terminato di scrivete il suo libro. Faceva dei disegni sul libretto delle ordinazioni: uccelli che uscivano di gabbia, mani, nuvole e tutto dava ad intendere che nel suo libro qualcosa lo doveva raccontare.
Sono stato nel pub tante di quelle volte che alla fine riuscì ad avere un appuntamento da Lei.
Letizia, se per qualche assurdo motivo dovessi leggere questo blog, sappi che la divisa ti donava un look tremendamente sexy. In fondo eri l'unico motivo per cui era importante quel posto.

Non ho più trovato un Pub dove il caffè irlandese è buono come quello del Lennon.

Oggi al suo posto c'è un negozio, ma qualcosa è comunque rimasto. Se la sera scendi dalla macchina e vai di fronte all'ingresso, hai sentore della porta del Lennon. Senti che è lì anche se non la vedi.
Le vetrate colorate gialle ed opache con gli infissi in legno rosso, le colonne, il corridoio centrale e tutto il resto è ancora lì in qualche modo.

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