Settimana IV dell'anno MMXVI.
Comincia alla mezzanotte del XXIV giorno dell'anno MMXVI e termina alla mezzanotte il XXXI dello stesso anno, ovvero comincia dal giorno giuliano 2457411.5 e termina il 2457418.5.
E' un periodo di 168 ore ovvero 10080 minuti nel quale la terra ha percorso 18,014,573 Km ruotando su se stessa 6.981 volte, Giove ha percorso 7,904,736 Km ruotando 2.895 volte.
In questo periodo il Sole ha perso 3,265,920,000,000,000 Kg di materia.
E null'altro.
sabato 30 gennaio 2016
sabato 23 gennaio 2016
Leggimi il pensiero.
"Pronto Carabinieri?"
"Si, dica."
"C'e' un uomo nudo nella mia camera!! Oddio che impressione, presto correte, non ha buone intenzioni!"
"Ci fornisca il suo recapito, stia tranquilla e per quel puo' certi di assecondarlo."
Dopo dopo arriva la voltante con l'appuntato ed un maresciallo.
Quella gli apre ed i due entrano con fare silenzioso quasi fossero in una chiesa.
A questo punto il maresciallo chiede : "Eccoci qui. E' armato? Ha armi ? Da che parte?"
"Oddio oddio che impressione! E' tutto nudo! Non ha niente! Vi prego aiutatemi!"
"Si, vabbe' adesso e' tutto a posto, ci siamo noi. Da che parte? Lo conosceva?"
"Che impressione, che impressione! Vi prego aiutatemi!"
"Stia tranquilla ci pensiamo noi! Da che parte?"
"Di la' ufficiale, di la'.. Oddiodiodiodio...che spavento!"
Arrivati alla porta della camera, le facce dei due si fecero seri. Un respiro a pieni polmoni ed il maresciallo, accostandosi alla porta, dice con tono fermo e forte : "Carabinieri! Stia calmo e tutto andra' bene. Non faccia sciocchezze, adesso apriamo lentamente la porta!"
Silenzio.
"Entriamo, stia calmo."
"Appuntato... Entri a controllare."
Attimi di tensione.
"Maresciallo, non c'e' nessuno qui."
"Ma come appuntato, siamo al terzo piano. Si e' buttato?"
"No, non c'e' nessuno.
"Stia ferma qui." Intima il maresciallo alla donna mentre entra, pero' subito si riaffaccia verso la donna che continua con la lamentala.
"Oddiodiodiodio... Che spavento!"
"Ma e' questa la stanza?" chiedi il maresciallo un po' seccato.
"Oddiodiodio si, si e' quella..."
"Abbia pazienza, qui non c'e' nessuno, cosa e' successo? E' andato via? Si sente bene, le ha fatto qualcosa? Appuntato chiami un'ambulanza."
E mentre continuava a tenersi la mano sulla bocca, la donna, guardando in faccia il maresciallo come a dire ma sei proprio carabiniere, sia avvia verso un'altra porta e dice:
"Mi dovete scusare, la tengo qui perché in camera mi fa disordine."
E torna con una scala verso i due.
Poggia la scala vicino l'armadio e con sguardo serio dice
"Salite, salite qua sopra."
"Sopra la scala?"
"Eh, sopra la scala."
Come al solito: "Appuntato, salga sulla scala."
In cima alla scala l'appuntato nota che riesce a vedere una costruzione oltre l'edificio su cui la finestra della camera si affaccia. Mentre l'appuntato, fermo in cima, continua a chiedersi perché non ha tentato il concorso alla guardia di finanza, all'improvviso una finestra della costruzione appena scoperta si accende. E' quella di un bagno, dopo qualche istante finalmente si vede il motivo della chiamata.
Guardando verso il maresciallo, che finalmente poteva ben dire di vedere dall'alto verso il basso, prima verso la donna poi, con tono deluso chiede: "L'uomo che dice lei hai i capelli neri ed un tatuaggio sulla scapola a forma di pistone?"
"Oddio! Si e' lui!! Oddiodiodio e' tornato! Avete visto ce l'ha con me!!"
Sembra una barzelletta ma apre a profonda riflessione.
"Le persone vedono quello che vogliono vedere" o più semplicemente
"Le persone vedono quello che vogliono".
"Le persone vogliono quello che non hanno."
Ovvero "Le persone vedono quello che non hanno."
e se vedono una cosa bella che non hanno
o la prendono per tenersela cara
o cercano di rovinarla con il proprio egocentrismo.
Animali ...
vi piacerèbb man nun e' ppe voi.
"Si, dica."
"C'e' un uomo nudo nella mia camera!! Oddio che impressione, presto correte, non ha buone intenzioni!"
"Ci fornisca il suo recapito, stia tranquilla e per quel puo' certi di assecondarlo."
Dopo dopo arriva la voltante con l'appuntato ed un maresciallo.
Quella gli apre ed i due entrano con fare silenzioso quasi fossero in una chiesa.
A questo punto il maresciallo chiede : "Eccoci qui. E' armato? Ha armi ? Da che parte?"
"Oddio oddio che impressione! E' tutto nudo! Non ha niente! Vi prego aiutatemi!"
"Si, vabbe' adesso e' tutto a posto, ci siamo noi. Da che parte? Lo conosceva?"
"Che impressione, che impressione! Vi prego aiutatemi!"
"Stia tranquilla ci pensiamo noi! Da che parte?"
"Di la' ufficiale, di la'.. Oddiodiodiodio...che spavento!"
Arrivati alla porta della camera, le facce dei due si fecero seri. Un respiro a pieni polmoni ed il maresciallo, accostandosi alla porta, dice con tono fermo e forte : "Carabinieri! Stia calmo e tutto andra' bene. Non faccia sciocchezze, adesso apriamo lentamente la porta!"
Silenzio.
"Entriamo, stia calmo."
"Appuntato... Entri a controllare."
Attimi di tensione.
"Maresciallo, non c'e' nessuno qui."
"Ma come appuntato, siamo al terzo piano. Si e' buttato?"
"No, non c'e' nessuno.
"Stia ferma qui." Intima il maresciallo alla donna mentre entra, pero' subito si riaffaccia verso la donna che continua con la lamentala.
"Oddiodiodiodio... Che spavento!"
"Ma e' questa la stanza?" chiedi il maresciallo un po' seccato.
"Oddiodiodio si, si e' quella..."
"Abbia pazienza, qui non c'e' nessuno, cosa e' successo? E' andato via? Si sente bene, le ha fatto qualcosa? Appuntato chiami un'ambulanza."
E mentre continuava a tenersi la mano sulla bocca, la donna, guardando in faccia il maresciallo come a dire ma sei proprio carabiniere, sia avvia verso un'altra porta e dice:
"Mi dovete scusare, la tengo qui perché in camera mi fa disordine."
E torna con una scala verso i due.
Poggia la scala vicino l'armadio e con sguardo serio dice
"Salite, salite qua sopra."
"Sopra la scala?"
"Eh, sopra la scala."
Come al solito: "Appuntato, salga sulla scala."
In cima alla scala l'appuntato nota che riesce a vedere una costruzione oltre l'edificio su cui la finestra della camera si affaccia. Mentre l'appuntato, fermo in cima, continua a chiedersi perché non ha tentato il concorso alla guardia di finanza, all'improvviso una finestra della costruzione appena scoperta si accende. E' quella di un bagno, dopo qualche istante finalmente si vede il motivo della chiamata.
Guardando verso il maresciallo, che finalmente poteva ben dire di vedere dall'alto verso il basso, prima verso la donna poi, con tono deluso chiede: "L'uomo che dice lei hai i capelli neri ed un tatuaggio sulla scapola a forma di pistone?"
"Oddio! Si e' lui!! Oddiodiodio e' tornato! Avete visto ce l'ha con me!!"
Sembra una barzelletta ma apre a profonda riflessione.
"Le persone vedono quello che vogliono vedere" o più semplicemente
"Le persone vedono quello che vogliono".
"Le persone vogliono quello che non hanno."
Ovvero "Le persone vedono quello che non hanno."
e se vedono una cosa bella che non hanno
o la prendono per tenersela cara
o cercano di rovinarla con il proprio egocentrismo.
Animali ...
vi piacerèbb man nun e' ppe voi.
martedì 19 gennaio 2016
Capisci a me
E son tante volte che l'ascolto. Merita un posto speciale.
E' piu' di una canzone, e' una poesia, e' un vestito che puo' essere indossato da chi se lo puo' permettere.
Pietra Montecorvino puo', Peppino di Capri ci ha provato e Montecorvino ci e' riuscita.
Ed il testo non basta. Eh, e' perche' il napoletano lo posso tradurre in italiano, qualche volta.
Ma Montecorvino no. Come canta non si traduce.
E se non sei partenopeo la traduzione serve, capisci a me.
Una cosa ti puo' piacere o dispiacere solo dopo che l'hai capita; prima e' indifferenza.
Infine, ma non ultimo, il brano e' del 1906.
Capisci a me che pare che Salvatore di Giacomo non è ?
Su alcuni libri che parlano di Aganoor Pompilj si legge che Salvatore Di Giacomo fu anche un traduttore ed un rifacitore di canti popolari locali o di altre regioni italiane, nel senso che lui traduceva in napoletano un canto popolare preesistente, lo adattava metricamente alle sue personali esigenze poetiche e ne venivano fuori degli autentici capolavori, come accadde, ad esempio, con “E spingule frangese”.
Accadde la stessa cosa, a quanto pare, per “Palomma e’ notte”, che non e' altro che la traduzione e l’adattamento di una poesia in dialetto veneto “La pavegia” scritta dalla poetessa di origine armena Vittoria Aganoor Pompilj (1855-1910):, il cui significato è sempre quello di “palomma”.
Ma per quanto io abbia cercato questa poesia, pare che non ci sia traccia di essa in rete.
Peccato che questo brano sia cantato solo ed unicamente in napoletano, i termini ormai incomprensibili sono proprio all'inizio del testo e purtroppo allontanano subito l'ascoltatore.
Ed invece a voler capire quello che dice, a voler andare oltre alla melodia, che non è neanche tanto particolare in numerose interpretazioni, alla fine capisci la bellezza del brano, capisci la poesia e che poesia!
Quei termini dialettali ed arcaici, cerogena, palomma, occultano il bello del brano e lo fanno in prima battuta.
Lo devi proprio voler capire.
Come dicono a Napoli: "Capisc'a me ( per una volta smetti di credere a quello che credi e dammi retta )", il bello delle cose non le vedi e non le riesci trovare nelle apparenze o prime impressioni.
Ma può essere che una poesia così bella sia solo una traduzione in napoletano di qualcosa scritto da Aganoor Pompilj ? Oltre tutto non sono riuscito a trovare da nessuna parte in rete, almeno non ancora.
Può essere che una cosa così bella non sia un originale ?
Quello che è certamente rimane vero è a chi dedicò questa poesia.
La giovane e spigliata donna delle attenzione del poeta, detta Elisa ( ed il cognome ? ), dopo la sua morte brucio tutte le lettere che si erano scambiati tranne quelle che vanno dal 1906 al 1911, forse per una dimenticanza. Proprio grazie a questa mancanza è stato possibile ricostruire in parte la storia e la motivazione di questa dedica.
Salvatore, ormai quarantacinquenne è già affermato come poeta, ed Elisa, una ventiseienne ribelle, si conobbero nel 1905. Ardita ed emancipata doveva essere davvero se, dopo qualche incontro con Salvatore Di Giacomo alla Biblioteca Lucchesi Palli – da lui diretta – gli scrisse una lettera talmente intraprendente per una ragazza di quell' ambiente e di quell' educazione, da lasciare stupiti.
«Mio buono e caro signor Di Giacomo… se non fossimo stati in mezzo alla gente ve lo avrei detto ieri stesso quanto sto per dirvi ora. Io vi amo: ecco la verità, e lo so e lo sapevo da un pezzo, e non volevo confessarlo né a voi né a me. Io vi amo, e ora ve lo dico così com' è. è bene, è male dirvelo? Che cosa ne penserete? Io non so… Sappiatela tutt' intera questa verità, sappiatela così rudemente, così bruscamente com' è sempre l' impeto dell' anima mia: sappiatela e fate quel che volete…».
Salvatore non era libero, Elisa aveva una rivale, una tremenda rivale: mammà.
Il loro amore fu molto tormentato prima per l'invadenza della madre e poi per le liti in cui il poeta accusava Elisa di civetterie… tradimenti etc…
Si amarono così d'un amore molto tormentato ma tenace per 11 anni e continuarono ad amarsi, sempre in questo modo, anche dopo il matrimonio… fino a quando Salvatore costretto all'immobilità ed amorevolmente curato da lei si spense…
Io il video l'ho sottotitolato in italiano e tentato di sottotitolare in inglese.
La canzone è bella per davvero, ma la devi poter capire.
Capisc'a me.
Farfalla della notte ( falena )
Adattamento di Montecorvino.
Musica: Francesco Buongiovanni,
Versi: Salvatore Di Giacomo.
Anno: 1906
Guarda questa farfalla,
Come gira, come volta,
Come torna un'altra volta
A tentare questa candela.
Farfallina questo è un lume,
non è rosa o gelsomino,
e tu per forza qua vicino
ti vuoi mettere a volare!
Vattene da là!
Vattene pazzarella!
Va', farfallina, e torna,
e torna a quest'aria
così fresca e bella!
Lo vedi che anch'io
mi abbaglio piano piano
e che mi brucio la mano
per volerti cacciare via?
Torna, va', farfalla della notte,
nell'ombra dove sei nata!
Torna a quest'aria imbalsamata
che ti sa consolare!
Nel buio e solo per me
questa candela arde e si strugge,
Ma che arda tutti e due,
non lo posso sopportare!
Vattene da là!
Vattene pazzarella!
Va', farfallina, e torna,
e torna a quest'aria
così fresca e bella!
Lo vedi che anch'io
mi abbaglio piano piano
e che mi brucio la mano
per volerti cacciare via?
Carolina, per un capriccio,
tu vuoi fare scontento un altro
e poi, quando l'hai lasciato,
tu da un altro vuoi volare.
Troppi cuori stai stringendo
con queste tue mani piccole,
ma finisce che queste ali
anche tu ti puoi bruciare.
Vattene da là!
Vattene pazzarella!
Va', farfallina, e torna,
e torna a quest'aria
così fresca e bella!
Lo vedi che anch'io
mi abbaglio piano piano
e che mi brucio la mano
per volerti cacciare via?
E' piu' di una canzone, e' una poesia, e' un vestito che puo' essere indossato da chi se lo puo' permettere.
Pietra Montecorvino puo', Peppino di Capri ci ha provato e Montecorvino ci e' riuscita.
Ed il testo non basta. Eh, e' perche' il napoletano lo posso tradurre in italiano, qualche volta.
Ma Montecorvino no. Come canta non si traduce.
E se non sei partenopeo la traduzione serve, capisci a me.
Una cosa ti puo' piacere o dispiacere solo dopo che l'hai capita; prima e' indifferenza.
Infine, ma non ultimo, il brano e' del 1906.
Capisci a me che pare che Salvatore di Giacomo non è ?
Su alcuni libri che parlano di Aganoor Pompilj si legge che Salvatore Di Giacomo fu anche un traduttore ed un rifacitore di canti popolari locali o di altre regioni italiane, nel senso che lui traduceva in napoletano un canto popolare preesistente, lo adattava metricamente alle sue personali esigenze poetiche e ne venivano fuori degli autentici capolavori, come accadde, ad esempio, con “E spingule frangese”.
Accadde la stessa cosa, a quanto pare, per “Palomma e’ notte”, che non e' altro che la traduzione e l’adattamento di una poesia in dialetto veneto “La pavegia” scritta dalla poetessa di origine armena Vittoria Aganoor Pompilj (1855-1910):, il cui significato è sempre quello di “palomma”.
Ma per quanto io abbia cercato questa poesia, pare che non ci sia traccia di essa in rete.
Peccato che questo brano sia cantato solo ed unicamente in napoletano, i termini ormai incomprensibili sono proprio all'inizio del testo e purtroppo allontanano subito l'ascoltatore.
Ed invece a voler capire quello che dice, a voler andare oltre alla melodia, che non è neanche tanto particolare in numerose interpretazioni, alla fine capisci la bellezza del brano, capisci la poesia e che poesia!
Quei termini dialettali ed arcaici, cerogena, palomma, occultano il bello del brano e lo fanno in prima battuta.
Lo devi proprio voler capire.
Come dicono a Napoli: "Capisc'a me ( per una volta smetti di credere a quello che credi e dammi retta )", il bello delle cose non le vedi e non le riesci trovare nelle apparenze o prime impressioni.
Ma può essere che una poesia così bella sia solo una traduzione in napoletano di qualcosa scritto da Aganoor Pompilj ? Oltre tutto non sono riuscito a trovare da nessuna parte in rete, almeno non ancora.
Può essere che una cosa così bella non sia un originale ?
Quello che è certamente rimane vero è a chi dedicò questa poesia.
La giovane e spigliata donna delle attenzione del poeta, detta Elisa ( ed il cognome ? ), dopo la sua morte brucio tutte le lettere che si erano scambiati tranne quelle che vanno dal 1906 al 1911, forse per una dimenticanza. Proprio grazie a questa mancanza è stato possibile ricostruire in parte la storia e la motivazione di questa dedica.
Salvatore, ormai quarantacinquenne è già affermato come poeta, ed Elisa, una ventiseienne ribelle, si conobbero nel 1905. Ardita ed emancipata doveva essere davvero se, dopo qualche incontro con Salvatore Di Giacomo alla Biblioteca Lucchesi Palli – da lui diretta – gli scrisse una lettera talmente intraprendente per una ragazza di quell' ambiente e di quell' educazione, da lasciare stupiti.
«Mio buono e caro signor Di Giacomo… se non fossimo stati in mezzo alla gente ve lo avrei detto ieri stesso quanto sto per dirvi ora. Io vi amo: ecco la verità, e lo so e lo sapevo da un pezzo, e non volevo confessarlo né a voi né a me. Io vi amo, e ora ve lo dico così com' è. è bene, è male dirvelo? Che cosa ne penserete? Io non so… Sappiatela tutt' intera questa verità, sappiatela così rudemente, così bruscamente com' è sempre l' impeto dell' anima mia: sappiatela e fate quel che volete…».
Salvatore non era libero, Elisa aveva una rivale, una tremenda rivale: mammà.
Il loro amore fu molto tormentato prima per l'invadenza della madre e poi per le liti in cui il poeta accusava Elisa di civetterie… tradimenti etc…
Si amarono così d'un amore molto tormentato ma tenace per 11 anni e continuarono ad amarsi, sempre in questo modo, anche dopo il matrimonio… fino a quando Salvatore costretto all'immobilità ed amorevolmente curato da lei si spense…
Io il video l'ho sottotitolato in italiano e tentato di sottotitolare in inglese.
La canzone è bella per davvero, ma la devi poter capire.
Capisc'a me.
Farfalla della notte ( falena )
Adattamento di Montecorvino.
Musica: Francesco Buongiovanni,
Versi: Salvatore Di Giacomo.
Anno: 1906
Guarda questa farfalla,
Come gira, come volta,
Come torna un'altra volta
A tentare questa candela.
Farfallina questo è un lume,
non è rosa o gelsomino,
e tu per forza qua vicino
ti vuoi mettere a volare!
Vattene da là!
Vattene pazzarella!
Va', farfallina, e torna,
e torna a quest'aria
così fresca e bella!
Lo vedi che anch'io
mi abbaglio piano piano
e che mi brucio la mano
per volerti cacciare via?
Torna, va', farfalla della notte,
nell'ombra dove sei nata!
Torna a quest'aria imbalsamata
che ti sa consolare!
Nel buio e solo per me
questa candela arde e si strugge,
Ma che arda tutti e due,
non lo posso sopportare!
Vattene pazzarella!
Va', farfallina, e torna,
e torna a quest'aria
così fresca e bella!
Lo vedi che anch'io
mi abbaglio piano piano
e che mi brucio la mano
per volerti cacciare via?
Carolina, per un capriccio,
tu vuoi fare scontento un altro
e poi, quando l'hai lasciato,
tu da un altro vuoi volare.
Troppi cuori stai stringendo
con queste tue mani piccole,
ma finisce che queste ali
anche tu ti puoi bruciare.
Vattene pazzarella!
Va', farfallina, e torna,
e torna a quest'aria
così fresca e bella!
Lo vedi che anch'io
mi abbaglio piano piano
e che mi brucio la mano
per volerti cacciare via?
Lo vedi che anch'io
mi abbaglio piano piano
e che mi brucio la mano
per volerti cacciare via?
mi abbaglio piano piano
e che mi brucio la mano
per volerti cacciare via?
lunedì 11 gennaio 2016
Non ci puo' credere...
... ed allora perche' trova la cosa divertente?
Pare che sia morto Bowie David.
E' ti diro' che la ilarità, almeno sembrava tale, con cui ha accompagnato la notizia mi ha spiazzato almeno il doppio del triplo dello scoprire, accidentalmente, che [ CENSURATO | a volte la vita degli altri e' cosi' piatta che trovano la tua molto piu' interessante della loro | CENSURATO ].
Certo che conosco Bowie, ho capito di chi parli.
Ed andrebbe anche quietata tutta questa ilarità, ma non capiresti la motivazione.
Oppure potrebbe essere una provocazione, perche' la morte di per se non ha niente di divertente e tanto meno se lo e' di una persona che in qualche modo qualcosa valeva. In fondo sei tu che dici di avere i ritagli di giornale nell'astuccio ritrovato.
Forse vedere pezzi di quello che era il mio mondo spegnersi, e' solo un mio problema.
Potrebbe essere questo tempo grigio, che un sorriso non basta.
Chissa'...
Quando tocchera' a Vasco, non avro' voglia di fare finta di niente.
Chissa' chi avro' a tiro.
Pare che sia morto Bowie David.
E' ti diro' che la ilarità, almeno sembrava tale, con cui ha accompagnato la notizia mi ha spiazzato almeno il doppio del triplo dello scoprire, accidentalmente, che [ CENSURATO | a volte la vita degli altri e' cosi' piatta che trovano la tua molto piu' interessante della loro | CENSURATO ].
« C'è un uomo delle stelle che aspetta in cielo,
vorrebbe venire ad incontrarci
ma pensa che potrebbe mandarci fuori di testa... »
da Starman, David Bowie.
« Quando suono The Man Who Sold the World ci sono sempre un sacco di ragazzini che mi dicono "È fantastico che tu faccia una canzone dei Nirvana", e io penso "Fottetevi, piccoli segaioli!" »
David Bowie, ottobre 2000
Certo che conosco Bowie, ho capito di chi parli.
Ed andrebbe anche quietata tutta questa ilarità, ma non capiresti la motivazione.
Oppure potrebbe essere una provocazione, perche' la morte di per se non ha niente di divertente e tanto meno se lo e' di una persona che in qualche modo qualcosa valeva. In fondo sei tu che dici di avere i ritagli di giornale nell'astuccio ritrovato.
Forse vedere pezzi di quello che era il mio mondo spegnersi, e' solo un mio problema.
Potrebbe essere questo tempo grigio, che un sorriso non basta.
Chissa'...
Quando tocchera' a Vasco, non avro' voglia di fare finta di niente.
Chissa' chi avro' a tiro.
sabato 9 gennaio 2016
LOL
Ezechiele 25:17 versione ufficiale della CEI
Farò su di loro terribili vendette,
castighi furiosi,
e sapranno che io sono il Signore,
quando eseguirò su di loro la vendetta.
Mentre nel film Pulp Fiction il versetto che recita Jules e' di pura fantasia.
Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte
dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi.
Benedetto sia colui che nel nome della carità e
della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre,
perché egli è in verità il pastore di suo fratello e
il ricercatore dei figli smarriti.
E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e
furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e
infine a distruggere i miei fratelli.
E tu saprai che il mio nome è quello del Signore
quando farò calare la mia vendetta sopra di te.
Ma anche se di fantasia, sia sposta perfettamente con il monologo di Jules.
Uno dei pochi che vale la pena leggere e rileggere.
Ora, sono anni che dico questa cazzata, e se la sentivi significava che eri fatto. Non mi sono mai chiesto cosa volesse dire, pensavo che fosse una stronzata da dire a sangue freddo a un figlio di puttana prima di sparargli. Ma stamattina ho visto una cosa che mi ha fatto riflettere.
Vedi, adesso penso, magari vuol dire che tu sei l'uomo malvagio e io sono l'uomo timorato, e il signor 9mm, qui, lui è il pastore che protegge il mio timorato sedere nella valle delle tenebre.
O può voler dire che tu sei l'uomo timorato, e io sono il pastore, ed è il mondo ad essere malvagio ed egoista, forse. Questo mi piacerebbe. Ma questa cosa non è la verità.
La verità è che TU sei il debole, e io sono la tirannia degli uomini malvagi.
Ma ci sto provando, Ringo, ci sto provando, con grande fatica, a diventare il pastore.
Farò su di loro terribili vendette,
castighi furiosi,
e sapranno che io sono il Signore,
quando eseguirò su di loro la vendetta.
Mentre nel film Pulp Fiction il versetto che recita Jules e' di pura fantasia.
Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte
dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi.
Benedetto sia colui che nel nome della carità e
della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre,
perché egli è in verità il pastore di suo fratello e
il ricercatore dei figli smarriti.
E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e
furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e
infine a distruggere i miei fratelli.
E tu saprai che il mio nome è quello del Signore
quando farò calare la mia vendetta sopra di te.
Ma anche se di fantasia, sia sposta perfettamente con il monologo di Jules.
Uno dei pochi che vale la pena leggere e rileggere.
Ora, sono anni che dico questa cazzata, e se la sentivi significava che eri fatto. Non mi sono mai chiesto cosa volesse dire, pensavo che fosse una stronzata da dire a sangue freddo a un figlio di puttana prima di sparargli. Ma stamattina ho visto una cosa che mi ha fatto riflettere.
Vedi, adesso penso, magari vuol dire che tu sei l'uomo malvagio e io sono l'uomo timorato, e il signor 9mm, qui, lui è il pastore che protegge il mio timorato sedere nella valle delle tenebre.
O può voler dire che tu sei l'uomo timorato, e io sono il pastore, ed è il mondo ad essere malvagio ed egoista, forse. Questo mi piacerebbe. Ma questa cosa non è la verità.
La verità è che TU sei il debole, e io sono la tirannia degli uomini malvagi.
Ma ci sto provando, Ringo, ci sto provando, con grande fatica, a diventare il pastore.
Jules Winnfield
domenica 3 gennaio 2016
Stupidi umani.
Per qualche oscuro motivo pensano tutti che le loro decisioni siano prettamente razionali e logiche, c'è questa inutile convinzione che ad ogni bivio tutti sanno prendere la strada migliore.
Migliore rispetto a cosa? Cosa stanno cercando di massimizzare?
Ma soprattutto, senza una cartina che permette di vedere nel futuro, cosa fa pensare che la strada scelta sia quella corretta anche a lungo termine?
Non si potrà mai sapere.
Tutte le scelte sono scommesse, cercano solo di massimizzare la probabilità di sopravvivenza.
Non sono razionali.
E anche se uno dovesse essere tanto bravo da calcolare tutto a puntino, che piaccia o meno, come nel monopoli, c'è anche il mazzo degli imprevisti che rende inutile buona parte delle previsioni a lungo termine.
Stupidi umani.
Migliore rispetto a cosa? Cosa stanno cercando di massimizzare?
Ma soprattutto, senza una cartina che permette di vedere nel futuro, cosa fa pensare che la strada scelta sia quella corretta anche a lungo termine?
Non si potrà mai sapere.
Tutte le scelte sono scommesse, cercano solo di massimizzare la probabilità di sopravvivenza.
Non sono razionali.
E anche se uno dovesse essere tanto bravo da calcolare tutto a puntino, che piaccia o meno, come nel monopoli, c'è anche il mazzo degli imprevisti che rende inutile buona parte delle previsioni a lungo termine.
Stupidi umani.